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Esperienze di interventi per la valorizzazione dei beni culturali al di fuori delle iniziative ordinarie della Pubblica Amministrazione

Salvatore Sfrecola

Esperienze di interventi per la valorizzazione dei beni culturali al di fuori delle iniziative ordinarie della Pubblica Amministrazione – L’esempio di ARCUS s.p.a.*

di Salvatore Sfrecola, Presidente di Sezione della Corte dei conti

 

Ritorno spesso su una frase di Camillo di Cavour, uno straordinario statista, grande uomo di governo: “datemi un bilancio ben fatto e vi dirò come un Paese è governato”. Perché dall’ammontare degli stanziamenti iscritti in bilancio si deduce l’attenzione di chi governa per un determinato settore di interesse pubblico. Che nel caso della cultura denuncia un misero 1,1 per cento del PIL, la metà della media dei paesi dell’Unione Europea, meno della Grecia, dove mancano persino farmaci e siringhe negli ospedali. Negli enti locali, poi, la falcidia delle risorse è ancora più pesante, con riduzione mediamente del 50% per musei e biblioteche. Le previsioni sono ancora più nere per quest’anno e per gli anni a venire: Chiuderanno altri musei, sarà impossibile accedere ad altre biblioteche.

Alcuni dati: per oltre 700 siti archeologici si contano poco più di 300 archeologi, poco più di 400 storici dell’arte per 3 mila musei e 100 mila fra chiese e cappelle.

Per la cultura in Italia la disattenzione è antica, suggellata da una infelice frase del Ministro dell’economia e delle finanze, Giulio Tremonti, secondo il quale (lo ha detto il 14 ottobre 2010) “con la cultura non si mangia”. Gli ha risposto Michele Ainis, costituzionalista, nella introduzione al bel libro di Vittorio Sgarbi Il tesoro d’Italia – la lunga avventura dell’arte. Con la cultura “si mangia eccome quando i governi sanno apparecchiare la tavola”.

Eppure è sotto gli occhi di tutti che la cultura è parte essenziale dell’appeal che l’Italia vanta agli occhi del mondo e dei milioni di turisti che annualmente affollano i nostri musei, le nostre aree archeologiche, che si iscrivono ai nostri conservatori di musica per studiare o per perfezionarsi. Lo stesso per le accademie d’arte.

“Il nuovo dell’Italia è nel passato”, titola un bel libro-intervista di Andrea Caradini, del 2012, che si chiede come si possa progettare un futuro, anche il più audace e tecnologicamente spregiudicato, se non si è consapevoli del passato che ci ha preceduto ma che tuttavia perdura in noi. I beni culturali sono, con l’istruzione e la ricerca, non la ciliegina sulla torta, bensì la torta stessa dell’Italia futura. E continua: “Il nostro paesaggio sono gli avi, siamo noi, è il futuro dei nostri figli. Soltanto 83 generazioni ci separano dalla fondazione di Roma: sono queste generazioni le simboliche autrici delle nostre campagne e città. Non possiamo annientarle distruggendo in poco tempo millenni di fatiche e di ingegno”.

Eppure, si è chiesto Ainis, “lo Stato italiano, quanto ne sa delle bellezze italiane? Ha la capacità di riconoscerle, e quindi di farle conoscere?”. Per catalogarle, prima di tutto, fondamentale per la conoscenza, per lo studio e per la fruizione. Per tutte queste funzioni mancano innanzitutto risorse e, pertanto, uomini e mezzi. Per cui definisce il censimento dei beni culturali “un’incompiuta”. Aggiungendo “non è un dettaglio irrilevante. Non a caso nel codice Urbani del 2004 la catalogazione precede ogni altra attività spesa per tutelare il patrimonio artistico. E a sua volta la tutela esprime il primo obbligo che la Costituzione assegna al nostro Stato; gli altri due si chiamano valorizzazione e promozione. Però se manca la tutela…avrai ben poco da valorizzare”. Perché questo è un autentico tesoro, non solamente per chi studia e si arricchisce con l’arte. È un tesoro nel senso autentico dell’espressione perché può produrre ricchezza. Come avviene ovunque. In Germania “rende” il doppio che in Italia determinando, tra l’altro, una rilevante occupazione che è di oltre un milione di addetti nel Regno Unito, più del doppio che da noi. E nessuno di questi paesi ha beni in quantità e pregio artistico paragonabili ai nostri. Anzi spesso statue e dipinti esibiti nei loro musei sono di autori italiani.

In questo panorama desolante c’è, tuttavia, qualche iniziativa che ci scalda il cuore. È il 1997 quando la legge n. 352 dell’8 ottobre (Disposizioni sui beni culturali) all’art. 10, comma 1, qualifica gli interventi in materia di beni culturali “investimenti”, allo scopo di sottolineare il collegamento virtuoso con lo sviluppo e la crescita economica del Paese, che trova in un’offerta culturale di elevatissimo livello, variegata e distribuita su tutto il territorio nazionale, le ragioni del turismo interno ed internazionale che mobilita un indotto rilevante in vari settori dell’economica, dall’artigianato all’agroalimentare. Oltre ad assicurare un apporto all’occupazione particolarmente significativo, considerate le difficoltà di vasti settori dell’economia.

Ancora una legge “virtuosa”, la n. 291 del 16 ottobre 2003 (Disposizioni in materia di interventi per i beni e le attività culturali, lo sport, l’università e la ricerca e costituzione della Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo – ARCUS S.p.a.”). Su ARCUS, dunque, intendo soffermarmi, la Società costituita con lo scopo di promuovere e sostenere, sotto il profilo finanziario, tecnico-economico e organizzativo, progetti ed altre iniziative finalizzate alla realizzazione di interventi di restauro e recupero dei beni culturali ed altre azioni a favore delle attività culturali e dello spettacolo, nel rispetto delle attribuzioni costituzionali delle regioni e degli enti locali, alla luce del Titolo V della Costituzione. Merita, in particolare, di essere sottolineato come, nel definire l’oggetto sociale, la legge abbia individuato direttamente la principale missione istituzionale della Società, che non è quella di fungere da soggetto esecutore (ARCUS non è mai stazione appaltante), ma da organismo “facilitatore”, chiamato a svolgere compiti di promozione e di sostegno di progetti ed iniziative di investimento, sia per il restauro ed il recupero dei beni culturali, sia per altri interventi a favore delle attività culturali e nel settore dello spettacolo. Arcus, il cui ruolo è stato di volta in volta compreso e valorizzato, ma anche compresso e ostacolato fino al tentativo della sua soppressione, poi rientrato, con previsione di un suo rilancio (art. 39, comma 1-ter, del d.l. 69/2013) e il coinvolgimento del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici nella valutazione dell’atto di indirizzo annualmente emanato con decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

L’impegno finanziario è notevole. Ha un capitale di 8.000.000 di euro, aperto alla sottoscrizione di regioni, enti locali e altri soggetti pubblici e privati, in caso di azioni di nuova emissione. Tuttavia questa opportunità, che evidentemente esprime l’intento del legislatore di associare, in una azione integrata, tutti i principali attori del settore, anche per il rispetto delle attribuzioni di rango costituzionale delle regioni e delle autonomie locali, fino ad oggi non è stata colta.

Per il perseguimento dei fini istituzionali la Società può contrarre mutui nell’ambito delle risorse da individuare ai sensi dell’articolo 60, comma 4, della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (legge finanziaria per il 2003), pari al 3 per cento degli stanziamenti (limiti di impegno) previsti nell’apposito capitolo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

Nel 2013 il totale delle attività ammonta a 187.277.805 euro il conto economico chiude con un utile di 4.860.032. Gli utili dell’esercizio 2011, pari a circa 1,8 mln, vengono destinati ad iniziative di restauro e messa in sicurezza di manufatti storici danneggiati dagli eventi sismici che nel maggio del 2012 hanno riguardato l’Emilia Romagna.

E poiché ARCUS può promuovere la costituzione di imprese o assumere partecipazioni in iniziative strumentali rispetto all’oggetto sociale ecco che il 28 settembre 2011 dà vita all’“Associazione parchi e giardini d’Italia” (APGI), soggetto nazionale privato senza scopo di lucro che, raccogliendo l’adesione delle diverse istituzioni pubbliche e private attive in Italia in questo settore, potrà altresì rappresentare il nostro Paese in seno alla Federazione Europea per i Parchi e Giardini (Parks & Gardens of Europe). Ne fanno parte Associazione Civita; Associazione Dimore Storiche Italiane; FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano; Fondazione Ente Ville Vesuviane; Fondazione Monte dei Paschi di Siena; Garden Club – Giardino Romano; Istituto Regionale Ville Tuscolane; Promo PA Fondazione; TCI – Touring Club Italiano; UGAI – Unione Nazionale Garden Clubs e Attività Similari d’Italia.

Oggi questo convegno si tiene in un parco archeologico di straordinario interesse per la città di Roma. Ebbene, una delle iniziative di ARCUS riguarda, appunto, il progetto “Parchi archeologici”, per i quali, concluse le attività previste per la “Sperimentazione delle linee guida”, condotte in collaborazione con la Società Civita, ARCUS si candida ad essere la struttura deputata a coordinare e supportare l’intero processo.

Contestualmente la Società svolge un’opera di sensibilizzazione di altri soggetti pubblici e privati per stimolare azioni di co-finanziamento, in modo da ampliare la sua presenza in più settori culturali anche al fine del reperimento di disponibilità immediate ed una più rapida ed economica capacità d’impiego delle risorse, interventi che si caratterizzino come investimenti dotati di effettiva capacità innovativa, oggettivamente diversi rispetto a quelli rimessi all’azione ordinaria delle pubbliche amministrazioni di settore ma, soprattutto, in grado di fungere da volano e moltiplicatore della realizzazione progettuale, mediante l’attrazione di ulteriori risorse acquisite sul territorio da soggetti pubblici e privati che ne percepiscano la capacità di generare benefici sociali ed economici – diretti ed indiretti – per l’area interessata e per l’intero Paese. L’esperienza di questi anni ha dimostrato che gli interventi finanziati da ARCUS sono stati spesso aggiuntivi di altri promossi da associazioni ed istituzioni culturali ed economiche legate alle aree interessate dagli interventi culturali. Questo, tanto per le iniziative di restauro e di valorizzazione di immobili storici o di siti archeologici, quanto per iniziative musicali, teatrali e cinematografiche.

È peraltro caduta sin qui nel vuoto la sollecitazione con la quale ARCUS stimolava ANAS e Ferrovie dello Stato ad inserire in aree di sosta e nelle stazioni principali elementi archeologici locali, sull’esperienza degli ecomusei. Proposta di rilevante interesse culturale per far conoscere il territorio ai suoi abitanti con funzioni di stimolo per la crescita delle popolazioni locali. A parte le ricadute sul turismo, interno ed estero.

I progetti, molte centinaia, presentati a seguito dei bandi annuali, ai quali vanno aggiunti quelli pervenuti dai Ministeri, sono oggetto di una “pre-istruttoria” condotta dagli uffici sulla base di valutazioni contenute nelle linee-guida che ARCUS si è data allo scopo di selezionare le iniziative più idonee a perseguire la missione istituzionale della società, nel rispetto dei canoni di pubblicità, imparzialità e trasparenza cui provvede il sito web della Società, www.arcusonline.org che pubblica anche i dati finanziari dell’azienda (bilanci). In particolare, in sede di “pre-istruttoria” si tiene conto, al fine di considerare le ricadute degli investimenti in cultura, dell’oggetto dell’intervento e delle caratteristiche del promotore; dell’impatto del progetto sul territorio, in modo da verificare se dalla sua realizzazione sia evidente l’effetto socio-culturale dell’iniziativa, con incremento dei flussi turistici, con conseguenti ricadute positive sull’occupazione; della circostanza che l’effetto del progetto non sia effimero, nel senso che risulti culturalmente significativo, tale da giustificare l’impiego di fondi pubblici, anche in settori, come lo spettacolo, nel quale le iniziative si realizzano in una manifestazione o in una stagione.

Ai fini di una visione d’insieme delle attività di competenza, ARCUS riferisce trimestralmente al Ministro per i beni e le attività culturali (d.i. 24 settembre 2008, n. 182: “Disciplina dei criteri e delle modalità per l’utilizzo e la destinazione per la tutela e gli interventi a favore dei beni e delle attività culturali della quota percentuale degli stanziamenti previsti per le infrastrutture”) in tal modo assicurando un continuo flusso di dati informativi verso i Ministeri di riferimento, anche al fine della valutazione delle modalità di impiego dei finanziamenti pubblici, nonché degli obiettivi conseguiti con gli interventi realizzati. In tal modo il MiBAC è anche in condizione di predisporre la propria relazione annuale al Parlamento con una ragionata esposizione delle iniziative assunte e di quelle che si prospettano come necessarie.

Le attività hanno riguardato la predisposizione di progetti di restauro, recupero e migliore fruizione dei beni culturali; la tutela paesaggistica e dei beni culturali, anche attraverso azioni volte a mitigare l’impatto delle infrastrutture sull’ambiente; la conservazione e il restauro di beni culturali per i quali si rilevi una compromissione dovuta alla presenza di infrastrutture; l’esecuzione di campagne di scavi, ovvero di indagini preventive volte ad accertare la presenza di reperti archeologici in sede di realizzazione di infrastrutture; il sostegno della programmazione, del monitoraggio e della valutazione degli interventi; la promozione di iniziative nel settore dei beni e delle attività culturali ed in quello dello spettacolo.

L’attività di ARCUS si svolge attraverso varie fasi: formulazione di un programma operativo generale; definizione delle aree di attività e individuazione dei singoli progetti. In sostanza, in primo luogo vengono messi a punto i programmi di azione in rapporto con gli enti con cui ARCUS coopera, a livello di Autonomie (le Regioni, le Province, etc.), di Fondazioni di origine bancaria e non, di Università, di esponenti della cosiddetta “Società Civile” (come ad es. Civita, FAI, Fondazioni Culturali di varia natura, etc.), di Confederazioni e Autonomie Funzionali (Confartigianato, Confindustria, Confesercenti, Camere di Commercio, etc.).

La procedura che presiede all’attività progettuale di ARCUS, definita dal Regolamento emanato con D.l. 24 settembre 2008, n. 182, è scandita da alcune date. Entro il 28 febbraio di ogni anno il Ministro per i beni e le attività culturali e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti emanano un Atto di indirizzo in cui vengono indicati gli obiettivi di prioritario interesse proposti ad ARCUS per l’attività da svolgere in corso d’anno. Viene quindi emesso da ARCUS l’annuale bando per le domande di finanziamento, che gli interessati possono consultare sul sito web della Società (www.arcusonline.org). Entro il 30 giugno viene emanato dai due Ministri il Decreto Interministeriale di indirizzo di approvazione del programma contenente l’elenco degli interventi finanziabili.

Alcuni riferimenti alle iniziative assunte negli ultimi anni consentono di far conoscere in concreto quali interventi sono stati finanziati da ARCUS, indicati dalle Amministrazioni vigilanti o avviati in autonomia dalla Società, previa condivisione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, destinate a far risaltare, con maggiore efficacia, la missione assegnata alla Società e, pertanto, definite “strategiche”.

Molti interventi si caratterizzano per la loro rilevante importanza anche sul piano internazionale.

  • Fondazione per le Scienze religiose di Bologna. Un finanziamento (€ 300.000,00) ha riguardato il progetto “In Via, In Saecula. La Bibbia di Marco Polo Fra Europa e Cina”. Riguarda il manoscritto del XIII secolo, di incommensurabile valore storico, morale, religioso e culturale, noto come la Bibbia di Marco Polo, inserito nei programmi ufficiali dell’anno del dialogo interculturale sino-europeo voluto dalla Commissione Europea e dal Governo della Repubblica popolare cinese.
  • Fondazione Florens per la Biennale Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali – Florens 2012. Il finanziamento (€ 400.000,00) ha riguardato la realizzazione di tre progetti artistici di grande suggestione e forte coinvolgimento della città, orientati alla rilettura di opere del nostro patrimonio storico e artistico e alla teatralizzazione di installazioni realizzate appositamente per Florens, in un dialogo continuo tra arte antica e contemporanea: Mimmo paladino – Piazza Santa Croce; Misterium Crucis, ostensione dei crocefissi – Battistero. Gli ulivi. valorizzazione del paesaggio rurale – Piazza San Giovanni.
  • Biblioteca Comunale di Siena. È stato finanziato (€ 200.000,00) un progetto per la realizzazione della “Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena: biblioteca digitale”, diretto a salvaguardarne e valorizzarne il patrimonio.
  • Restauro dei Documenti Caravaggeschi, a cura dell’Archivio di Stato di Roma (€ 62.000). L’intervento ha inteso salvare, anche ai fini della successiva esposizione, opere non visibili da tempo proprio a causa dello stato di degrado in cui versavano i documenti.
  • “Censimento e valorizzazione del patrimonio di interesse storico-artistico del Ministero degli Affari Esteri presenti nelle Ambasciate italiane all’estero”. Realizzata nell’ambito della progettazione autonoma di ARCUS, l’iniziativa ha riguardato un finanziamento di € 000,00 a favore del Ministero degli Affari Esteri, nella considerazione che gli oggetti di valore artistico presenti nelle sedi delle rappresentanze diplomatiche italiane all’estero hanno una funzione ulteriore rispetto a quella di costituire elementi di arredamento degli ambienti in quanto offrono in quei paesi l’immagine dell’Italia attraverso la sua arte, la sua cultura, la sua storia.
  • Archivio di Stato di Verona, che conserva oltre 80.000 documenti molti di grande pregio, archivi di famiglie e di persone. Il finanziamento, di € 350.000,00, iniziativa del MiBAC, ha realizzato un modello innovativo di informatizzazione e digitalizzazione.
  • Fondazione per le Scienze religiose di Bologna. Il finanziamento (€ 350.000,00) ha riguardato il progetto “In Cristo – Scambio di capolavori dell’arte e della fede tra Firenze e Mosca”, opere espressione della cultura e della spiritualità dell’Oriente e dell’Occidente. Un evento di rilevanza internazionale che ha riguardato capolavori dell’arte in grado di generare un importante indotto anche in termini di visitatori.
  • “Il Principe di Niccolò Machiavelli e il suo tempo”, per un importo complessivo di € 170.000,00, ha consentito l’allestimento di una grande mostra, presentata a Washington e New York, occasione per illustrare la figura di Machiavelli a cinquecento anni dalla composizione del suo celebre trattato.
  • “Interventi di urgenza e valorizzazione sulle emergenze duecentesche del complesso dei SS. Quattro Coronati”, per un importo pari a € 150.000,00, hanno assicurato interventi conservativi urgenti sugli elementi lapidei del chiostro cosmatesco, così rendendo visibili al pubblico le pitture murali duecentesche ritrovate nella cosiddetta Aula Gotica del Convento, recentemente restaurate, con grande risonanza mediatica, per la loro capitale importanza ai fini di una rinnovata lettura della storia dell’arte italiana dell’epoca.

* Relazione al Convegno su “Tutela, valorizzazione e fruizione dei beni culturali e paesaggistici: finanziamento privato e criticità gestionali del territorio”, organizzato dall’Associazione Romana di Studi Giuridici, Parco Regionale dell’Appia Antica, Associazione Italiana Giuristi di Amministrazione, Gruppo 24 Ore, Roma, 1° ottobre 2015, Parco Regionale dell’Appia Antica – Cartiera Latina – Sala conferenze, via Appia Antica, 42

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